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Candidatura Reclutamento, un saluto dalle patrie galere di Sosaria

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Ishkhaqwi ai Durugnul
view post Posted on 24/2/2019, 16:18




Salve a tutti,
con la fortunosa, quanto insperata conoscenza nei boschi di yew dell'ottimo Lasco, ho saputo di voi.
Sono su zulu da un paio di settimane, dopo 20 anni d'assenza da sosaria.
devo fare una premessa, per correttezza, come l'ho fatta da subito a lasco, ho un drow, ranger, per il quale nn ho interessa diventi un reverant o come si chiamano, nn sono mai stato bravo nei pvp, e cmq il pkappaggio nn mi entusiasma particolarmente.
al momento ho 3 pg,
un nano waeponsmit, Tor Rustglint. reo al momento di mancato .working
il drow Lolindir Deleanor
e vista la jail e il sugerimento di Lasco ha visto la luce proprio in questi minuti, un war nano, tale Ernestolf Torson. Un pò perchè lo volevo =) e un pò per poter venire a far baldoria con voi
Grazie
 
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view post Posted on 25/2/2019, 10:45
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While we're living, the dreams we had as children fade away!

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Nel censimento dei fatti percepiti....

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Ciao Tor!
Ti ringrazio anche qui per aver fatto richiesta!
Ora ne parlo con i membri presenti del concilio delle lunghe barbe, se intanto come ti dicevo vuoi fare un mini BG dei tuoi personaggi lo apprezzeremmo tanto, come ti dicevo in game siamo una gilda GDR oriented, pertanto avere una storia da raccontare è qualcosa che a noi nani piace tanto! Non servono poemi, giusto una descrizione!

Grazie! A presto in Game!
Lasco
 
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Unclebob
view post Posted on 27/2/2019, 21:20




Piacere Tor! Come da prassi e come il buon Lasco, che hai avuto la fortuna di conoscere anche in game ti ha già fatto notare, servirebbe un mini background dei pg (o anche solo del principale) che vorresti far unire alle nostre fila naniche, puoi sempre poi migliorarlo o ampliarlo col tempo quindi non serve un poema appunto! ^_^
Come avrai visto abbiamo una storia/background ed un organizzazione ben precisa e vasta, ti consiglio di spulciarti le varie zone del forum a cui hai accesso per farti un idea precisa!
So che sei in contatto con Lasco, ma spero comunque di riuscire ad incontrarti presto in game anche io! Alle volte il tempo è tiranno ahimè!!
Intanto ti do il benvenuto qui giovane nano e rinnovo i ringraziamenti di Lasco per aver fatto richiesta!
A presto,
Bors DrumHammer, Vicario di Sua maestà Obelin, X Rik Dawi di Minoc

ps: domanda di rito: ti piace il metallo? :look:
 
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Ishkhaqwi ai Durugnul
view post Posted on 24/3/2019, 16:13




Tong!! Tong!! Tong!!
Ancora sento riecheggiare il tonfo sordo e rassicurante del martello che mio padre batteva, a intervalli regolari
Oh, lui si che era un Nano, duro come la sua incudine. Risoluto come il suo Martello.
Ero giovane allora, la mia barba era corta, giovane, stupido e avventato.
Sognavo la gloria.
Avevo passato anni in fucina accanto a lui, e in vero il lavoro in miniera aveva rafforzato le mie braccia. Amavo plasmare il metallo, mi dava stabilità, ma credevo, forse per la spregiudicatezza dei miei pochi anni, che fossi nato per adoperarla un ascia più che per forgiarla. Le voci di orchi sui crinali, che con sempre maggior audacia aggredivano i viandanti sul sentiero per Vesper, si facevano sempre più insistenti. Da prima sparuti gruppi, poi via via sempre più numerosi.
Al tempo, ricordo, appresi di miei fratelli riuniti sotto la sapiente guida di Re Gimli Primo, signore di Cove, della battaglia che essi combatterono, del tradimento che essi patirono, e dell'infinito strazio per la morte del loro Signore, ma la gloria, la gloria che cinse Gimli e quei miei fratelli sarebbe durata nel tempo, immutabile, imperitura, impressa come rune nella pietra su cui questo reame poggia.
Tong!! Tong!! Tong!! e mentre i giorni scorrevano uguali, fabbricando piccoli utensili e rifondendo lame dappoco smunte e arrugginite, decisi che avrei forgiato il mio destino, conquistato la mia gloria, e che quei maledetti orchi erano il primo necessario capitolo di una storia diversa da quella che fino ad allora mi era stata prospettata.
Forgiai uno scudo ed un ascia, all'insaputa di mio padre. Sapevo come avviare la fucina, sapevo come fondere il metallo, era la mia occupazione, ma la forgiatura di un solido scudo è tutt'altra cosa rispetto al buon uso che se ne deve fare.
Presi il sentiero, ero eccitato, volevo battermi, sgominare un manipolo di orchi, e prendere l'onore e il bottino, per mostrare che non solo potevo ma che ero nato per quello. Volevo gli orchi e fantasticavo su come li avrei ricacciati nel putrido buco da cui essi erano usciti. Ma dopo ore, di cammino e perlustrazione, stanco più dalla delusione che cresceva che dalla marcia decisi di accamparmi su un promontorio. Tornare era fuori discussione, sapevo bene che con la mia fuga avevo dato una grande preoccupazione al mio vecchio, ma ancor più grande sarebbe stato lo sfogo d'ira che avrebbe riversato su di me. La ritenevo e a ragione, assai più pericolosa di uno sparuto numero di orchi.
Non so se lui sapesse, se avesse da subito notato la mia assenza o se mi vide allontanarmi all'imbrunire. Non immaginavo nemmeno che mi stesse già cercando. Ma mi trovarono gli orchi prima di lui, e nel momento peggiore, ero giovane, stupido e avventato, e l'inesperienza e il freddo della notte mi spinsero ad accendere un fuocherello per riposare le mie membra al caldo, più che dalla fatica dalla delusione.
Ero da poco sdraiato, l'ascia e lo scudo poco lontano, sul mio giaciglio di fortuna, non ancora del tutto addormentato che trasalii per l'orrido grugnito di uno di loro che mi piombava addosso con tutta la sua furia e il suo lezzo nauseabondo. Riusci per un solo istante di prontezza ad evitare che mi sfondasse il cranio in un sol colpo. Tong!! Tong!! Tong!! continuava a battere e roteare il suo rozzo martello sopra di me nel tentativo di colpirmi, ed io ero spaesato, preso dalla sorpresa, ma non mi feci prendere dal panico. Rotolavo di qua e di la nel tentativo di evitare i suoi colpi terribili. Tong!! Tong!! Tong!! Nemmeno mi accorsi di essere circondato, altri tre orchi erano ai margini della radura dove avevo approntato il mio campo, ridevano grotteschi vedendo il loro compagno scatenarsi su di me e io che mi dibattevo. Nella frenesia del momento le mie dita sentirono qualcosa. Ridevano, maledetti, ma smisero di farlo quando tra la polvere che sollevavo nelle mie giravolte videro un sasso grande come un pompelmo fracassare il brutto grugno del loro compagno, e un istante dopo la mia ascia che gli si piantava nella tempia. Dapprima un rigagnolo, poi un intenso fiotto scuro e denso mi investi, una nera maschera di sangue imbrattava il mio viso, ma questo non li spavento, e superato il momentaneo stupore si volsero contro di me, ebbi appena il tempo di recuperare lo scudo, che subito lo dovetti adoperare, investito da una gragnola di colpi. Non ero preparato ad un confronto come quello, ero giovane stupido ed avventato. Ma mi battei. Uno di loro supero la difesa del mio scudo, ferendomi sotto l'ascella, proprio nel mentre, con un colpo fortunoso e al contempo sciagurato la mia ascia si piantava, inamovibilmente nel costato di uno di essi. Questi cadde a terra, l'ascia come stendardo del mio scarso valore, svettava dal suo fianco, ed io disarmato e dolorante, cercavo di ripararmi come potevo dalla loro oscena furia. Mi costrinsero con le spalle ad un albero vegliardo e penetrarono ancora le mie difese. Ero spacciato. Tong!! Tong!! Tong!! sentivo solo il frastuono dei loro colpi. Forse per difesa, forse perché ormai prossima la fine, ripensai a mio padre, e la mia mente muto il suono dei colpi, non più spaventoso e foriero di morte, bensì il rassicurante e familiare rintocco che scandiva il lavoro in fucina. Paravo incessantemente avvinghiato alla vita e al mio scudo, ma le forze e le speranze ormai mi stavano abbandonando. Tong!! Tong!! Tong!! un urlo di sorpresa e sgomento fu lanciato da uno dei miei aggressori, quando vide gli occhi del suo compagno impattare, schizzati fuori dalle orbite, sul mio scudo. Il suo orrido grugno deturpato da un violento colpo di martello che appiattendolo aveva troncato la lingua e frantumato i denti. Il terzo non ebbe neanche il tempo di capire, solo quell'urlo pote emettere, che un altro tremendo colpo investi lui prima alle cosce, scaraventandolo a terra e poi in mezzo agli occhi, finendolo al suolo.
La sagoma di un nano si ergeva su di me , la luce della luna alle sue spalle, non lo riconobbi subito, solo la sua voce, tremante, incerta e preoccupata per la mia incolumità mi permise di capire che era mio padre. Mi riporto a casa. Mi curo fasciando le mie ferite.
Dopo alcuni giorni, un mattino, di buon ora mi recai alla fucina, lui era li che lavorava, come sempre, mi guardo mi sorrise, e mentre io andavo verso il banco degli attrezzi vidi che un telo lo ricopriva. Alle mie spalle la sua voce ferma disse “Quell'ascia che hai forgiato, non sarebbe stata male, se fosse stata forgiata da un elfo, noi non lavoriamo il metallo così, non ti ho insegnato forse meglio figlio? L'ho fusa, per essere sicuro che nessuno potesse vederla ed attribuirla all'operato di un nano. Dovevo capirlo che non sei tagliato per questo lavoro.” Sapevo sarebbe giunto il suo disappunto, e nel modo peggiore oltretutto. Ma lui continuo “ Solleva quel telo. Ne ho fatto un martello, degno di esser chiamato tale, e se proprio vuoi ripulire i crinali dagli orchi che li infestano, è quello che dovrai usare.” Commosso e felice risposi “Con questo farò eco al tuo martello padre”
Tong!! Tong!! Tong!!

Scusate se mi ci è voluto un pò ... questa è la storia di Ernestolf Torson, con un accenno a suo padre Tor Rustglint. Spero vi piaccia ^^
 
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3 replies since 24/2/2019, 16:18   98 views
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